Il racconto di Roberta, Marilù, Alberto, Cheng e Sarha (un gruppo di studenti, under 25, al primo anno del CdLM Architettura Costruzione Città del Politecnico di Torino) a Borgata Paraloup – CN
Perchè sentivate il bisogno di fare NATworking?
Il tema del laboratorio di progettazione di quest’anno è l’architettura di montagna. Durante un corso all’università, ci è stata illustrata l’esperienza di Borgata Paraloup e cercandola su internet abbiamo scoperto che era possibile essere accolti per motivi di ricerca accademica, per brevi periodi. Ci è sembrato perfetto per noi: un posto tra le montagne, che dà la possibilità di lavorare e dormire, in cui poter fare un’esperienza immersiva e di ispirazione nella progettazione architettonica di montagna, perchè a Borgata Paraloup ci sono sette baite, recuperate in modo sostenibile, che compongono un piccolo villaggio.
Cosa avete fatto in uno degli spazi della rete NATworking?
Abbiamo soggiornato a Borgata Paraloup per 6 giorni, dal lunedì al sabato. Capire come questi spazi vengano vissuti da chi li abita e gestisce è stato molto importante per il nostro progetto. Lo spazio di coworking, completamente in legno, di grandissima ispirazione. Abbiamo provato una modalità di studio che molto spesso agli studenti di architettura è sconosciuta: chiudere le tavole di disegno e i computer ad orari tali da poterci permettere di avere del tempo libero. Abbiamo percorso a piedi i sentieri partigiani ed è stata u’occasione bellissima per scoprire un pezzo di storia della valle e scaricare le tensioni del gruppo.
Rifareste questa esperienza?
L’adrenalina accumulata nel post lavoro ci ha resi sempre più carichi al mattino seguente e pieni di idee per il nostro progetto. L’anno prossimo ci attende il lavoro di tesi e pensiamo che attraverso NATworking potremo trovare spazi idonei per concentrarci nella scrittura: liberando la nostra creatività e accompagnando in maniera equilibrata questo passaggio importante della nostra vita.