Il racconto di NATworking APS, team building dei soci fondatori under 35 a La Tabacca a Genova Voltri – GE
Perchè sentivate il bisogno di fare NATworking?
Nel novembre 2019, prima che la pandemia facesse sperimentare lo smart working a milioni di italiani, sognavamo di scappare dalle città continuando a fare il nostro lavoro. A distanza di due anni, e tre lockdown, sono tanti i riconoscimenti che abbiamo avuto per questa idea: dalla selezione alla “call for ideas Mind Club”, alla vittoria del bando “GxG Giovani per Giovani” di Compagnia di San Paolo; dalla vincita del percorso di mentorship di “Welfare, che Impresa!” fino alla selezione della terza edizione del premio “Creative Living Lab” della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per la Cultura. Sembra incredibile, ma nonostante abbiamo immaginato di voler trasformare le nostre modalità di lavoro, in questi due anni ci siamo ritrovati quasi sempre a lavorare online a distanza. Avevamo bisogno di ritrovarci fisicamente e riconoscerci, riscoprire i valori che ci accomunano e dedicarci del tempo di qualità, lontano dai luoghi che abitiamo ogni giorno, in uno spazio neutro, circondati da boschi di castagne.
Cosa avete fatto in uno degli spazi della rete NATworking?
Abbiamo deciso di trascorrere un weekend nell’entroterra Genovese, al La Tabacca: azienda agricola sociale e spazio di formazione, che propone anche percorsi di facilitazione per gruppi che hanno bisogno di aiuto nella gestione di conflitti interni. Siamo stati accolti da Giorgia, Francesca e Mariangela: non immaginavamo il lungo percorso di gruppo che avremmo iniziato insieme. Abbiamo ripercorso i due anni di lavoro insieme raccogliendo castagne, ci siamo confrontati e confidati nel frutteto, abbiamo riletto la nostra struttura organizzativa, le nostre modalità di comunicazione interna e di presa di decisione, mentre raccoglievamo funghi e castagne; abbiamo ascoltato difficoltà e priorità di ciascuno, dando voce al desiderio di autonomia e di responsabilità. Abbiamo piantato bulbi insieme e ritrovato fiducia ed entusiasmo. Il tutto accompagnato da pranzi e cene con le verdure incredibile dell’orto sinergico e il (fondamentale) vino della filiera locale.
Rifareste questa esperienza?
A La Tabacca abbiamo imparato che la sostenibilità non è solo cura del proprio ambiente di vita e di lavoro, ma è anche e soprattutto cura delle relazioni. Per preservare un gruppo da momenti di crisi interna, per resistere ad agenti esterni, per trasformarsi ed aprirsi al cambiamento. Possiamo sperimentare un nuovo modo di lavorare, migliorando il nostro ambiente: non solo fisico ma immateriale, a partire dalla messa in discussione delle nostre modalità di comunicazione, di gestione di carichi, scadenze e responsabilità. Aprendo spazi di ascolto attivo e dialogo regolari con il proprio gruppo di lavoro, si seminano consapevolmente valori e desideri che generano stabilità per nuovi ed entusiasmanti progetti.